Floriano Bodini
dal catalogo della mostra alla galleria Delle Ore, Milano
Ho conosciuto Borghi nel 1977, quando, per un anno, ho insegnato Tecnica del marmo all'accademia di Brera.
Lo ricordo, insieme all'inseparabile Cattaneo, frequentare il corso pinendo problemi non solo tecnici, ma propri del loro essere, e generati dallo scandagliare la possibilità di esistere come scultori, nei loro amori, negli sbagli, nelle Fedi.
La sua formazione è tipicamente lombarda, sommata ad influenze molteplici, ripetutamente verificate negli scambi di idee sull'arte di Giacometti, di Marino, di Medardo Rosso, di Morlotti, di Meloni e di tanti altri.
Un approccio alla scultura, dunque, legati a schemi formali impiegati nel tentativo di costruire con grande rigore le prime opere ed animato da tensione interiore.
Lasciavo Brera per Carrara, ma il rapporto, l'amicizia continuavano nel tempo. Periodicamente rivedevo Borghi e Cattaneo e insieme ragionavamo sulle loro opere, mi mostravano le foto e i disegni delle loro uòltime opere. Vedevo così il loro crescere, l'evolvere delle loro espressioni verso un naturalismo tipicamente "nostro" segnato dal tentativo di fermare le emozioni interiori e visive nella materia; una poetica simile ma condotta con diversa natura: più lucido Cattaneo, più passionale Borghi.
La loro amicizia continua fino alla morte di Cattaneo. Improvvisa e senza nessun possibile preannuncio, mi arrivò la notizia che il giovane era morto nel suo giardino mentre si riposava dopo il lavoro.
Borghi continua nel suo cammino, continua a fare lo scultore nel tentativo di animare la materia delle sue emozioni, dei suoi sogni ad occhi aperti, maturando un linguaggio plastico in cui il rigore si unisce ad una libertà inconsueta, tipicamente poetica, forse ancora un poco fragile, nel dubbio di un mestiere non più "moderno", ma d'altri tempi. Ma se allora per far "Arte Moderna" bisogna muoversi, agire con intensità finalizzata aridamente al successo, trovando i canali e i rapporti giusti, usando l'Arte come comune mezzi per avere fortuna, se questi sono i modelli che si offrono ai giovani, se questa è la realtà, ben vengano i poeti che, in disparte, pensano e amano e con i loro sentimenti, con i loro dubbi, scolpiscono quello che hanno dentro.
maggio 1986